HOTNESS: Road to Essen Spiel ‘22.
#27 iPuzzillanimi - Prima sgrossatura al listone di Essen Spiel. Qui diamo solo un'occhiata ai most thumbs up, per annusare cosa possiamo aspettarci.
Si avvicina lo Spiel ‘22 e con l’evento anche la hotness con i titoli più attesi: tra perle di fiume e terriccio senza valore che appesantisce soltanto il setaccio, il nostro invito è a sottoscrivere e far sottoscrivere la newsletter così da restare aggiornati sia che andiate in fiera sia che restiate sul divano di casa.
Abbiamo osservato per voi la lista in anteprima e ordinandola per numero di like, ve ne proponiamo i risultati doviziosamente commentati da iPuzzillanimi. Gratis.
Primo titolo: 192 pollici alti per Red Cathedral: Contractors (espansione).
The Red Cathedral è un gioco di successo. Prezzo basso, scatola piccola, meccaniche semplici, ma non banali, e durata contenuta ne fanno un prodotto commercialmente perfetto per i tempi moderni.
Dato l’hype vissuto dal titolo non sorprende che l’espansione sia balzata al primo posto nelle preferenze del popolo dei giocatori.
Lacrimosa, oltre ad avere un titolo di merda non abbiamo idea di che diavolo sia o del perché si trovi al secondo posto. Visto il numero di like ricevuto, iPuzzillanimi sospendono il loro oculato giudizio (fondato esclusivamente sulla lettura del titolo del gioco) fino a nuovi approfondimenti del caso.
Autore sconosciuto e tema spaziale sempre piaciuto, potremmo sintetizzare con questo adagio Starship Captains.
Qui la principale ragione di interesse risiede possibilmente nel publisher: la Czech games è un editore di rinomata fama internazionale e lunga esperienza, difficile possa essere un flop. Rimane una domanda però - analizzando le meccaniche proposte del gioco - ti viene da chiedere: ma dopo deck building, bag building e pool building… ci aspettiamo anche di crearci il gioco da soli? Rulebook building, sarà mica la nuova frontiera del game design?!
Uff. Come dimenticare la trilogia di Pfister basata su Great Western Trail. Anche se in fondo non vorremmo farlo, ci toccherà provare comunque questa nuova fatica che abbiamo ribattezzato Great Western Tango. E’ una bistecca di angus che prima o dopo andrà ahinoi messa sul tavolo. Meglio non a Essen. Meglio (forse) poi: tanto lo comprerete tutti. Così poi ci faremo una partita con la vostra copia. O anche no, tanto sappiamo già che sarà un buon titolo. Tanto vale non giocarlo e non comprarlo. Make sense?
Spinge e sgomita tra i cultisti nelle retrovie questo titolo presente solo in demo. Among Cultists, copertina oscena, tema originale (bastaaaa!), autoprodotto da tizio “no-one” Godot. Social deduction da 90’ di durata, possibile figlio di Avalone. Non congratulatevi con me ma ci ho preso: è un kickstarter. Lasciamolo agli appassionati del genere, ma puzza lontano due miglia di pubblicità pro-crowdfunding. Ci sta, quello che ci sta meno sono i 123 in-naturalissimi like.
A parità di like, ma probabilmente con maggior merito troviamo Woodcraft il gioco del prolifico Suchy: riuscirà l’autore a replicare il successo di Messina e Underwater Cities? D’altro canto si è sempre distinto per creare brucia-cervelli legnosi e con scarsa interazione, con componenti di carta velina e pane carasau. Ma ai più piace. Osservato speciale anche per la meccanica: “rolling dice”. Ahia. Per ora comunque lo panchiniamo per questo setting da boschetto fantasy generico.
Heat: Pedal to the Metal. Prepotente si infila un gioco family nella top ten, a tema racing. Ooooohhh!
L’autore già distintosi per l’ottimo Flamme Rouge (che sembra condividere con questo oltre al tema corsa, anche la meccanica di hand management e il target), fa il salto e passa a pubblicare con Days of Wonders. L’elevato prezzo retail fa storcere un po’ il naso… vedremo se ne varrà la pena alla prova sul campo. Da provare.
Human Punishment e 2: ecco riappare Godot, dal nulla, con ben due titoli nella top-thumb-ten: sempre con meccaniche di social deduction (eh quando uno si specializza!), questo titolo si propone forse come nuovo erede di Battlestar Galactica: ancora sul trono e irraggiunto nel genere se non forse per il remake Unfathomable.
Un rapido digging online ci porta a pensare che il successo in pollici su di questo titolo sia trainato dalla precedente campagna del 2018 (Human Punishment: Social Deduction 2.0). Tuttavia… Il gioco del 2018 ha avuto sì successo, ma un successo “moderato” il setting è interessante ma non è supportato da filmografie o fumetti di alcun tipo. Sguinzagliate i cani, perché qui qualcosa non torna: che ci sia lo zampino di Social Stretch Goals dalla pagina Kickstarter? Chissà! :)
Ma torniamo a noi :-)
Altra sorpresona alla posizione 9 della lista: appare un titolo portoghese, dalla grafica e dai materiali spartani ma gradevoli che strizzano l’occhio al pubblico family (confermato dalla durata e dall’età minima di riferimento).
L’autore ha sulle spalle diversi titoli ma non di successo e sicuramente non se l’è sentita di rischiare con il tema, secondo a nessuno in popolarità. A controbilanciare il rischio di un flop c’è un mercato - quello di BoardGames portoghesi - in rapida crescita, che ci ha proposto ultimamente dei guizzi di originalità sia in grafica che nel design anche se con successo altalenante. Pensiamo a Café, ma anche Pessoa, oppure ad Arraial. E beccamose questo Evora.
E sul filo del fotofinish, ce l’ha fatta il nostro Uwe! a rientrare con le unghie e con i denti in questa top ten, seppure al decimo posto. Non temete, la previsione è che salirà ancora, e rapidamente. Impossibile da tralasciare questo Atiwa visti i passati capolavori dell’autore, immaginiamo come abbia penato nell’adattare il suo gioco a un tema così bucolico: simpatici pipistrelli fruttivori in Ghana. Da pascoli, animaletti, frutta, verdura e fiorellini non ci si schioda, ma ormai qualora se ne allontanasse rischieremmo di sentir mancare la terra sotto ai piedi. Al solito non mancano le polemiche sull’inclusività e sul perché non vi sono uomini di colore in copertina.
Senza pretesa di verità rivelata, ci chiediamo se tutta questa rabbia verso un capro espiatorio pretestuoso, da parte dei fautori della polemica, non sia proprio il riflesso di una intima paura razzista tenuta sepolta. Ai posteri…
Ma soprattutto: stay tuned, perché siamo appena all’inizio di questa lunga strada per Essen. A venerdì prossimo!