UK Games Expo '22, intervista a Giorgia.
#5 iPuzzillanimi - Si spengono le luci dell'UK Games Expo a Birmingham dove Giorgia Caristi che ha partecipato ci parla del confronto con Modena Play
Prima in Italia e poi in Inghilterra, ma quasi in concomitanza, sono andate in scena le fiere di Modena Play e UK Games Expo. Trattare di entrambi gli eventi è l’occasione per fare confronti e per dire qualcosa sul momento che stanno vivendo i giochi da tavolo in Europa in attesa di Essen ‘22.
Avendoli vissuti entrambi proviamo a raccontarveli osservati con gli occhi di Giorgia Caristi, classe 1989, siciliana trapiantata a Londra e che con noi condivide la passione per i giochi.
Prima di leggere l’intervista ti ricordiamo che puoi aiutare questa newsletter a crescere condividendola con un amico. Clicca qui sotto per farlo:
Ciao Giorgia, prima di raccontare la tua esperienza alla fiera di Birmingham vorremmo sapere qualcosa su di te.
Che tipo di giocatrice sei?
Sono decisamente devota ai german/eurogames. Mi è sempre piaciuto giocare, ma solo dal 2017 sono entrata nel tunnel ludico vero e proprio, dapprima con entry level e party game come Dixit, Carcassonne, Bang! e Splendor, ma a far sbocciare l’amore è stato Castles of Burgundy di Feld.
Meccanica e/o autori preferiti?
La mia meccanica preferita è il piazzamento lavoratori, al secondo posto il deck building. Tra i miei autori preferiti Pfister, Wallace e adoro i giochi di Simone Luciani: Grand Austria Hotel per esempio è uno dei miei cavalli di battaglia.
Come si vive la passione ludica a Londra?
Londra offre grandi possibilità in ogni settore e i boardgames non fanno eccezione. La comunità ludica qui è grande, dinamica e molto varia. Ci sono le classiche associazioni, i ludopub e anche eventi sociali (come il London on Board) che uniscono giocatori solitari e permettono di far incontrare tra loro tante persone animate dalla stessa passione e farle giocare dando vita a nuove amicizie.
Quando ti sei trasferita eri già appassionata di giochi, giusto?
Esatto, quando mi sono trasferita ho subito cercato tramite i social persone con cui giocare e ho incontrato quelli che ad oggi sono miei cari amici ormai da più di tre anni. Inoltre qui ho avuto la possibilità di trovare lavoro nel settore dei giochi, lavoro infatti nel più popolare ludopub di Londra, il Draughts. Passate a salutarmi se fate un salto da queste parti!
Sei stata a Play e poi a Birmingham. Impressioni sulla Play, dopo aver visto lo UK Games Expo?
La mia visita a Birmingham non ha intaccato in alcun modo l'idea assolutamente positiva che mi sono fatta di Play. Sono entrambe validissime fiere, che hanno molto da offrire al pubblico. Certo, l'Expo è decisamente più grande, questo vuol dire maggior numero di tutto: più tavoli demo, più stand, più spazio, più giochi in vendita, aree più grandi per il gioco libero e così via. Ma in proporzione, direi che Play non ha molto da invidiargli, eccetto forse la struttura, il NEC, che ha il soffitto molto alto e quindi, nonostante la folla, fa disperdere il rumore ed è possibile per i dimostratori spiegare i giochi senza dover urlare. Quindi il tutto risulta più vivibile.
Cosa consiglieresti agli organizzatori italiani?
Consiglierei di prendere esempio dai colleghi inglesi per quanto riguarda la gestione degli ingressi e delle uscite. All'Expo venivamo forniti di badge con laccetto. Una volta messo quello al collo eri libero di entrare e uscire dalla fiera a tuo piacimento. Molto comodo se si vuole andare in macchina a lasciare gli acquisti o se si deve uscire per qualsiasi altro motivo e si volesse rientrare dopo.
Il secondo consiglio è quello di inserire una sezione Bring&Buy come quella presente all'Expo: un mercato dell'usato con scaffali su scaffali di giochi di seconda mano già prezzati dai proprietari. Ci puoi trovare davvero di tutto, dai giochi datati a quelli di più recente pubblicazione, versioni kickstarter, deluxe o bundle con espansioni, puoi trovare prezzi ingiusti o affaroni imperdibili. Insomma, è una vera e propria caccia al tesoro!
In Italia spopolano gli annunci sui forum e anche su Facebook… o la math trade di BGG.
Vero, ma rispetto agli annunci su Facebook e all'accordo in privato, la trovo una soluzione molto più comoda sia per i venditori che per i compratori.
Altre impressioni a caldo su Birmingham?
Avendo freschissima l’esperienza di Play era inevitabile fare confronti: a colpirmi maggiormente è stata la grandezza dell'evento. Le halls erano tutte enormi, gli stand erano carichi di giochi. Dimostratori bravi, sorridenti e quasi tutti preparati, moltissimi tavoli demo e diversi tavoli per uno stesso gioco, area dedita al gioco libero enorme con tanti bei titoli a disposizione, ma nessun dimostratore in quell'area - e qui va fatta la lode ai meravigliosi ragazzi di Tana dei Goblin presenti a Play, sempre disponibili a spiegarti il gioco che volevi!
Molti hanno lamentato che a Play non ci fossero sconti e a Birmingham?
Prezzi pieni, sconti, affaroni, a livello di acquisti a Expo c’era da sbizzarrirsi.
Ok, allora raccontaci di qualche difetto dell’Expo…
Gli unici due punti a sfavore dell'Expo sono stati la minoranza di demo di giochi pesanti (quelli di mio principale interesse) e l'assenza del sistema di prenotazione delle demo, che magari alcuni potrebbero vedere come un vantaggio.
Eppure molti hanno lamentato di Play proprio il sistema di prenotazione!
Infatti. So che c'è grande discordia su questo argomento. Chi trova ingiusto il sistema delle prenotazioni e chi, come me, lo trova comodo, soprattutto dopo aver constatato (a Birmingham) quanto sia penalizzante non averlo.
Se vogliamo, una soluzione potrebbe stare nel mezzo: se ci sono due tavoli demo per lo stesso gioco, uno lo si potrebbe far funzionare su prenotazione e l’altro solo per chi si presenta al momento. Forse a Play sarebbe un po' più difficile da realizzare visto che spesso c’è un solo tavolo demo per uno specifico gioco, ma una fiera grande come l’Expo, dove (specie per le novità) si contano almeno cinque tavoli per gioco, la cosa sarebbe fattibile.
Tracciamo un bilancio delle due manifestazioni a confronto?
Allora, alla fine dei conti, le due fiere non sono poi così diverse. Ciò per cui ho sentito una differenza abissale e significativa è stato l’approccio del pubblico della fiera. Play è stata inesorabilmente massacrata sotto tanti aspetti: troppo caldo, prezzi alti, prenotazioni sì/no, tavoli sempre occupati, parcheggio e biglietti troppo costosi. In generale, la comunità ludica italiana sembra sia composta maggiormente da haters votati alla lagna, la critica, l’intolleranza e la perenne insoddisfazione. Nella comunità ludica inglese si percepisce un clima più rilassato, gioviale e di aiuto reciproco.
Immagino ti riferisca a Facebook, visto che in questa newsletter abbiamo elogiato Play…
Sì, mi riferisco principalmente a Facebook, anche perché faccio parte sia del gruppo italiano Giochi da Tavolo e faccio anche parte del suo corrispettivo inglese, quindi il confronto è automatico. I due gruppi, nonostante il tema in comune, sono profondamente diversi per via del clima che vi si respira.
In entrambi i casi e a parità di piattaforma questo dimostra che non è il mezzo social il problema, come molti sostengono (la frase ma cosa ti aspetti? Siamo su Fb!), ma le persone! Sta solo a noi rendere l’ambiente digitale un luogo vivibile e pacifico oppure trasformarlo in una giungla spietata. E il gruppo inglese di giochi da tavolo è la prova che questo è possibile.
Restando in tema di polemiche, oltre a quello sul compenso dei dimostratori di cui abbiamo già parlato (qui), quest’anno non si sono viste foto dei ‘bottini’ (i giochi acquistati, ndr). Cosa ne pensi?
Esatto, è un altro tema spinoso. Già in anticipo, prima di Play, su Facebook è scattata una caccia alle streghe delle foto dei bottini, col risultato che quasi nessuno a fine fiera ha postato il proprio. Il mio pensiero: Che tristezza, hanno vinto i prepotenti. Nel gruppo inglese, durante e dopo l’Expo, c'è stato un tripudio di foto di bottini, con commenti entusiasti, interessati, curiosi e ognuno esprimeva il proprio parere su questo o quel gioco. Nessuna polemica, solo voglia di condividere la propria esperienza, la propria gioia, il proprio pensiero, nel rispetto reciproco.
Come vorresti chiudere questa chiacchierata?
Vorrei chiuderla con una chicca che riguarda Expo e che avrei voluto vedere anche a Play: domenica, quando agli altoparlanti è stata annunciata la chiusura ufficiale dell'evento è partito un grande applauso da parte del pubblico. Un modo che ho trovato bellissimo per comunicare il proprio apprezzamento e gratitudine a tutti coloro che hanno lavorato per renderlo possibile.
Ci uniamo virtualmente a quell’applauso e grazie a te per averlo condiviso in questo spazio. Alla prossima!