Una pezzuola bagnata su: THE GREAT ZIMBABWE.
#23 iPuzzillanimi - L'impacco umidiccio che ogni fanboy dovrebbe passarsi sulla fronte, oggi sul re degli Splotter portato in Italia e divulgato dal Divino (indizio: non codino).
Se hai apprezzato la prima pezzuola, e pure la seconda, e why not la terza, condividi questa quarta pezzuola su un titolo che divide gli intenditori dai profani al grido de “il mio dio è meglio del tuo”. Grazie!
TITOLO: The Great Zimbabwe
AUTORE: Joris&Jeroen, un duo comico che ha raccolto il testimone da Gaspare & Zuzzurro senza riuscire a replicarne lo stesso successo di massa
CORREVA L’ANNO: ancora l’anno del “Torni subito a bordo, cazzo!”, ma anche quello in cui rassegna le dimissioni un professorone della Bocconi che, noto per l’austerity, è stato messo al governo per contenere il debito pubblico e lo ha fatto schizzare dal 100% al >125%
SEDIMENTAZIONE: il tempo della prova scritta all’esame di Analisi II
PROFESSIONALITA’ RICHIESTE: non credete a ciò che vi dirà il duo comico, non c’è spazio per cinque artisti in Africa. Diremo quindi da due a tre: da due a tre fabbricanti di oggetti in legno, avorio e ceramica, con la faccia tosta di farsi chiamare “artisti africani” con una buona visione periferica e una concentrazione da orologiai
SINOSSI
Africa meridionale.
Tre fabbricanti di monili da quattro soldi collegati al segnale di una tv italiana captano una dichiarazione di Giulio Tremonti: “Con la cultura non si mangia”, da quel momento in avanti gli è chiaro e cristallino che costruire stupidi oggetti di legno e partecipare ai talk show locali per guadagnarsi la carica onorifica di artisti non li farà navigare nell’oro nel breve. Un bel problema.
Tutti e tre, dislocati su mappa in tre posti diversi e senza parlarsi, come gli evangelisti decidono a quel punto di affrontare una svolta identica (non è miracoloso?): si dedicheranno al culto di un dio e produrranno oggetti investiti di un’aura sacra, cercando di rivenderli a gonzi creduloni disposti a pagarli fior di quattrini (metaforico, in quanto la valuta locale sono i capi di bestiame). A una condizione: di volta in volta i tre artisti dovranno dimostrare che il loro dio è quello vero e unico e che guida le loro mani nelle supreme realizzazioni artistiche a venire. Tale rincorsa a essere l’artista più divinity driven, avverrà con la costruzione di catene di approvvigionamento delle materie prime prodigate dagli dei che ciascuno dei tre segue, fino al raggiungimento di un acme non indotto dai funghetti e quasi filosofico.
COSA C’È SOTTO AL COFANO: come di consueto dietro al sacro alberga il profano. La mappa è ergonomica, dice, il tutto occupa poco spazio sul tavolo, ciò che ne scaturisce è una guerra di posizione più simile al go che a un german da fare con gli amici. Ma…ma…l’astrattezza che ne consegue genera imbarazzo persino negli artisti più scafati. Il numero di conti da fare e rifare a ogni turno ricordandosi con grandi nervi d’acciaio da quale fonte ottenere ogni materia prima, vi farà dimenticare Alta tensione e il calcolo degli interessi sul mutuo. Molti che continuano a praticare regolarmente TGZ, guardandosi allo specchio hanno segnalato un effetto collaterale diffuso e ormai documentato: gradualmente si assumono tratti di sembianza sempre più marcati col Russell Crowe di A Beautiful Mind.
Purtroppo è vero e iPuzzillanimi sta promuovendo una petizione per costringere la Splotter a inserire questa avvertenza nel foglietto illustrativo.
COLONNA SONORA: Africa di Toto
SI ACCOMPAGNA CON: zighinì e rooibos bollente. Anche d’estate.